
“Viviamo in un mondo connesso“. Inizia così il documento che il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha appena rilasciato, che delinea la strategia cibernetica del Pentagono per i prossimi anni.
Nella nuova edizione del documento (la prima risale al 2011) il Pentagono ha individuato tre priorità: 1) la protezione dei sistemi e le reti del Dipartimento della Difesa, 2) la protezione degli Stati Uniti e dei loro interessi da cyber-attacchi di livello “significativo” e 3) la fornitura di capacità cibernetiche integrate per supportare operazioni militari e piani di emergenza.
Per portare a termine queste missioni il documento elenca cinque obiettivi strategici da raggiungere nei prossimi cinque anni:
- Costituire e mantenere in operatività forze e capacità per condurre operazioni nel cyberspazio
- Difendere il network e i dati del Pentagono, mitigare i rischi per le missioni militari
- Essere pronti a difendere gli Stati Uniti e i suoi interessi vitali da significativi attacchi informatici distruttivi
- Costituire e mantenere opzioni cibernetiche per contenere eventuali escalation di conflitti e per controllare in ogni momento il teatro delle operazioni
- Costituire e mantenere solide alleanze e accordi internazionali come deterrente e per incrementare la sicurezza e la stabilità internazionale
Da notare come la strategia cibernetica del Pentagono non sia stata presentata al pubblico in qualche base militare o presso una sede istituzionale a Washington DC, bensì all’Università di Stanford – “culla” di Google, Yahoo! e di una miriade di altre start-up – in linea con la volontà del Dipartimento della Difesa di “costruire ponti” verso il settore privato e, per l’appunto, gli istituti di ricerca.