
La RAND Corporation – un think tank statunitense collegato al Dipartimento della Difesa – ha rilasciato recentemente un report intitolato “China’s Incomplete Military Transformation” che analizza le caratteristiche e le debolezze dell’apparato militare cinese.
Il report sottolinea come per la Cina sia di vitale importanza dominare lo spazio, la cyber difesa e l’EW (electronic warfare, la guerra elettronica), motivo per cui diverse pubblicazioni militari cinesi evidenziano la necessità di migliorare ulteriormente la posizione in tali aree. L’esercito cinese già conduce numerose esercitazioni in quelle che chiama “condizioni elettromagnetiche complesse“, anche perché il dominio nell’EW consentirebbe di ridurre o eliminare i vantaggi cibernetici di avversari tecnologicamente avanzati, come ad esempio gli Stati Uniti. In altre parole, l’Esercito Popolare di Liberazione mira al perfezionamento delle capacità di jamming contro sistemi di comunicazione, radar, GPS per rendere – in uno scenario di guerra – le forze avversarie tecnologicamente sorde, cieche e mute.
Il rovescio della medaglia ovviamente è che chi di jammer ferisce, di jammer perisce. La Cina si ritiene molto vulnerabile ad attacchi EW e informatici, considerandosi ancora debole in ambiti quali la cyber sorveglianza, la difesa dei propri sistemi e la deterrenza. In particolare, secondo lo studio americano la deterrenza gioca un ruolo chiave nella mentalità militare cinese (e come abbiamo già scritto in passato, rappresenta globalmente uno dei pilastri della cyber difesa) ed è per questo che Pechino mira a conquistare una posizione di primaria importanza nella guerra cibernetica mondiale.