
Deutsche Welle riporta che la NATO avrebbe intenzione di applicare le regole del conflitto armato anche alle operazioni di guerra cibernetica. Questo consentirebbe – in poche parole – a un Paese di attivare operazioni di warfare convenzionale in risposta a un attacco informatico.
There was unanimous agreement that if a cyber-attack causes major physical damage or injury, the state that’s been attacked can respond with the use of force pursuant to the right to self-defense under the UN Charter. The victim state can respond either with its own cyber-attack, or with traditional military operations such as airstrikes.
Tuttavia, considerando come sia spesso difficile individuare i reali colpevoli di un attacco cibernetico (pensiamo alle triangolazioni: solo perché un attacco proviene da IP russi non vuol dire che sia opera della Russia) la reale utilità di questa policy potrebbe esser messa in discussione.
A proposito di Russia, Pravda.ru ha già preso nota.