NATO: bombe in risposta a un cyber attacco

Deutsche Welle riporta che la NATO avrebbe intenzione di applicare le regole del conflitto armato anche alle operazioni di guerra cibernetica. Questo consentirebbe – in poche parole – a un Paese di attivare operazioni di warfare convenzionale in risposta a un attacco informatico.

There was unanimous agreement that if a cyber-attack causes major physical damage or injury, the state that’s been attacked can respond with the use of force pursuant to the right to self-defense under the UN Charter. The victim state can respond either with its own cyber-attack, or with traditional military operations such as airstrikes.

Tuttavia, considerando come sia spesso difficile individuare i reali colpevoli di un attacco cibernetico (pensiamo alle triangolazioni: solo perché un attacco proviene da IP russi non vuol dire che sia opera della Russia) la reale utilità di questa policy potrebbe esser messa in discussione.

A proposito di Russia, Pravda.ru ha già preso nota.

Ho iniziato a interessarmi di cybersecurity dal 1989, quando ho "trovato" il mio primo virus. Dal 1992 me ne occupo professionalmente: per oltre un decennio come collaboratore di testate specializzate (fra cui PC Professionale), poi come consulente del Ministro delle Comunicazioni su aspetti di sicurezza delle reti, quindi con collaborazioni sui medesimi temi con Telespazio (gruppo Finmeccanica). Oggi mi interesso di nuove tecnologie (AI) e cyber warfare. Sono socio fondatore del chapter italiano di Internet Society, membro dell'Associazione Italiana esperti in Infrastrutture Critiche (AIIC) e della Association for the Advancement of Artificial Intelligence (AAAI). Dal 2006 lavoro per ESET, dove ricopro il ruolo di Operations Manager. Il blog è personale.