
Guccifer 2.0 è l’hacker che nel 2016 ha pubblicato i messaggi e-mail riservati del Partito democratico USA, influenzando la campagna presidenziale che portò alla vittoria di Donald Trump. Le agenzie di sicurezza statunitensi hanno sempre sospettato che dietro l’hack vi fossero i servizi segreti di Mosca, ma l’hacker si è sempre professato indipendente e rumeno, insistendo sul fatto che avesse zero legami con la Russia.
Recentemente la testata Daily Beast ha ottenuto nuove informazioni che legherebbero indiscutibilmente l’hacker ai servizi russi. Oltre a non essere rumeno, in almeno un’occasione si sarebbe collegato dimenticandosi di attivare la VPN, rivelando così l’indirizzo IP originale, che farebbe capo a un ufficio moscovita del GRU (Главное разведывательное управление, ovvero Direttorato principale per l’informazione), i servizi segreti delle forze armate russe.
Se si pensa che “dimenticarsi” di attivare la VPN rivelando un indirizzo IP imbarazzante sia troppo impacciato per essere vero, ricordiamo che nel corso della sua “carriera” l’hacker ha commesso diversi errori, come lasciare nei PDF dei metadati riconducibili a un sistema operativo in lingua russa, o usare una versione piratata di Office 2007 molto popolare in Russia. Il tutto mentre affermava di essere un hacker rumeno.
L’indirizzo IP riconducibile al GRU potrebbe essere la prova inconfutabile che il team di Robert Mueller, il procuratore speciale per le indagini sul Russiagate, stava aspettando per confermare chiaramente l’origine russa dei leak del 2016.