Tablet e cellulari in missione: distrazioni pericolose

In zona di guerra, l’uso poco attento o comunque non disciplinato di device come tablet o smartphone potrebbe costare vite umane. Questa l’opinione di John Spencer, una carriera nella US Army e oggi Chair of Urban Warfare Studies presso il Modern War Institute a West Point.

Con uno smartphone è possibile consultare una mappa durante un pattugliamento, per vedere in tempo reale la posizione della squadra, oppure chiedere il supporto dell’artiglieria durante un combattimento, o controllare il video di un drone. Ma a fronte degli indiscutibili vantaggi bisogna riflettere anche sui potenziali rischi: avere gli occhi fissi su uno schermo significa non averli sulla strada, sui passanti, sulle finestre di un edificio.

Il multitasking umano in realtà non esiste, perché il peso cognitivo di effettuare un’operazione ci distrae dalle altre operazioni che dovremmo compiere, e secondo Spencer l’overload di task e di informazioni sul campo potrebbe avere il risultato di distrarre il soldato anziché metterlo in condizione di essere più efficiente.

Le soluzioni ci sono, ma vanno sperimentate. Come aumentare il numero di soldati in una squadra, assegnando solo ad alcuni il compito di controllare gli schermi. Studiare regole che obblighino la squadra a fermarsi e ad assumere una posizione difensiva nel caso in cui sia necessario fare uso dei device. O ancora, fornire le informazioni necessarie direttamente dall’elmetto, per minimizzare l’isolamento del militare dalla situazione.

Per approfondire: The Dangers of Distracted Fighting

Ho iniziato a interessarmi di cybersecurity dal 1989, quando ho "trovato" il mio primo virus. Dal 1992 me ne occupo professionalmente: per oltre un decennio come collaboratore di testate specializzate (fra cui PC Professionale), poi come consulente del Ministro delle Comunicazioni su aspetti di sicurezza delle reti, quindi con collaborazioni sui medesimi temi con Telespazio (gruppo Finmeccanica). Oggi mi interesso di nuove tecnologie (AI) e cyber warfare. Sono socio fondatore del chapter italiano di Internet Society, membro dell'Associazione Italiana esperti in Infrastrutture Critiche (AIIC) e della Association for the Advancement of Artificial Intelligence (AAAI). Dal 2006 lavoro per ESET, dove ricopro il ruolo di Operations Manager. Il blog è personale.