
In un futuro remoto l’intelligenza artificiale potrà anche superare gli esseri umani, ma per ora le forze armate statunitensi si accontenterebbero di un livello di comprensione “canino”.
È il paragone con il miglior amico dell’uomo che viene usato più frequentemente per far capire l’obiettivo che si sono posti allo US Army Research Laboratory (ARL). I robot militari, proprio come fanno oggi i cani, dovrebbero essere in grado di comprendere gli ordini – vocali o a gesti – portando a termine la missione da soli e tornando alla base per fare rapporto. Il tutto con il necessario livello di autonomia che renda superflua la costante supervisione che oggi è indispensabile applicare quando si opera un robot.
Robot del genere sarebbero in grado ad esempio di andare in avanscoperta autonomamente per condurre compiti sufficientemente complessi, come segnalare esplosivi improvvisati o riconoscere possibili agguati nemici.
È proprio di questo che si è occupato per dieci anni il progetto Robotics Collaborative Technology Alliance dell’ARL, assieme a ricercatori provenienti dal MIT, Carnegie Mellon, NASA JPL e Boston Dynamics. Ora i risultati sono stati presentati e sono consultabili nel rapporto ufficiale (pdf) scaricabile dal sito dell’ARL (nota: quando l’ho scaricato io il sito era molto lento e spesso non funzionava, se avete problemi a scaricare il PDF dal link precedente potete provare questo link alternativo che punta al PDF reso disponibile sul server di Cyberdifesa).